Isola di Marettimo

L'isola di Marettimo si colloca all'interno dell'Area Marina Protetta

Isola di Marettimo paradiso dei sub

L’Area Marina Protetta (AMP) Isole Egadi, con un’estensione di 53.992 ettari, è la riserva marina più grande del Mediterraneo. Situata di fronte alla costa nord-occidentale della Sicilia, circonda l’arcipelago egadino, comprendente le isole di Favignana, Levanzo e Marettimo e gli isolotti di Formica e Maraone. Istituita nel 1991, dal 2001 è gestita, per conto del Ministero dell’Ambiente, dal Comune di Favignana. Si tratta di un’area ad altissima valenza dal punto di vista naturalistico: l’AMP comprende la prateria di Posidonia oceanica più estesa e meglio conservata del Mediterraneo (12.536 ettari). La Posidonia, habitat protetto a livello internazionale, è considerata il polmone del Mediterraneo e riveste un ruolo cruciale per l’equilibrio dell’ecosistema marino: oltre a produrre ossigeno e assorbire CO2, contribuisce a mitigare l’erosione costiera attraverso la formazione delle banquette, strutture prodotte dallo spiaggiamento delle foglie morte a causa delle mareggiate; inoltre, ospita i giovanili di centinaia di specie di organismi, costituendo un vero e proprio asilo nido sottomarino. Nei fondali abbondano gli ambienti a coralligeno e precoralligeno e i marciapiedi a Vermetidi, ambienti delicati, nati dalla cementificazione dei gusci del mollusco Dendropoma petraeum, in associazione con alghe calcaree, che costituiscono formazioni a pelo d’acqua, lungo la costa. Numerosissime le grotte sommerse e semi sommerse.

 

Le Egadi, grazie a questa grande diversità di habitat, sono un’area ad elevatissima biodiversità: tra le specie animali protette, è stata di recente documentata la presenza della rarissima foca monaca, specie simbolo del Mediterraneo, già data per estinta in Italia; presenti anche la tartaruga marina Caretta caretta, varie specie di cetacei (tursiopi, stenelle e capodogli), alcune specie di squali e una importante colonia dell’Uccello delle tempeste, uccello marino endemico del Mediterraneo. La fauna ittica è ricca e variegata. Citiamo, tra le specie più famose, la cernia bruna, la cernia di fondale, la corvina, l’ombrina, gli sparidi, tra cui il dentice e il sarago faraone, e la ricciola.

Nell’AMP si contano 77 siti di immersioni subacquee, superficiali (ma con presenze di eccezionale valore), o profonde, in grotta, o su siti archeologici sottomarini (le Egadi furono teatro della celebre battaglia navale tra romani e cartaginesi, in un’area situata a nord-ovest di Levanzo). Molto praticati sono lo snorkeling e il sea-watching guidato. Molti itinerari subacquei dell’area marina protetta sono descritti in dettaglio sul sito web http://egadi.santateresa.enea.it.

L’Area Marina Protetta è suddivisa in quattro zone (A, B, C e D) a differente livello di protezione e con diverse possibilità d’accesso e limitazioni nella fruibilità. E’ assolutamente opportuno informarsi prima sulle regole; per informazioni e richieste di autorizzazione alle attività da esercitare all’interno dell’AMP: www.ampisoleegadi.it, info@ampisoleegadi.it; l’AMP è anche su Facebook, Twitter e Instagram.

L’Area Marina Protetta è membro di Federparchi, della rete MedPan, è gemellata con il Monterey Bay Marine Sanctuary (California, USA) e opera costantemente in sinergia con le maggiori associazioni ambientaliste italiane (Legambiente, WWF, Greenpeace, Marevivo, Lega Navale Italiana, CTS), nonché con le realtà locali (Scuola di vela Gulliver, Museo di Malacologia Sercia). Per l’AMP lavorano stabilmente circa 15 collaboratori, che salgono a 45-50 durante l’estate, quasi tutti giovani laureati provenienti dalla comunità delle isole o della costa prospiciente. L’Ente gestore ha avviato negli ultimi anni un processo di gestione, monitoraggio e controllo del territorio basato sulla partecipazione e condivisione degli stakeholders locali.

Le mission istituzionali dell’AMP sono la tutela e la valorizzazione dell’ambiente marino, l’educazione ambientale, la sensibilizzazione e l’informazione dei fruitori, la ricerca e il monitoraggio, la gestione integrata della fascia costiera e la promozione dello sviluppo sostenibile, con particolare riferimento alla eco-compatibilità del turismo.

Tra i principali progetti e attività realizzate dall’AMP ricordiamo:

  • il progetto MASTER, per il posizionamento di “dissuasori” antistrascico e ripopolanti, per ridurre l’impatto dello strascico illegale sotto costa che danneggia i fondali e depaupera le risorse ittiche; realizzato a Favignana e a Levanzo, ha prodotto eccezionali risultati (-50% abusi). La fase II del progetto, relativa a Levanzo e Marettimo, è attualmente in corso;
  • l’istituzione di 17 campi ormeggionelle 3 isole, per un totale di 182 gavitelli, attivi durante la stagione estiva, per evitare i danni ai fondali da parte delle ancore delle barche da diporto, garantendo però la sosta nelle cale più belle;
  • il marchioper la certificazione ambientale dei servizi turistici (ricettività, ristorazione, noleggio barche, auto, moto e bici, visite guidate a mare, trasporto passeggeri a terra e a mare, pescaturismo, diving, stabilimenti balneari, servizi di ormeggio), realizzato con il supporto scientifico di ENEA, cui ad oggi hanno aderito 83 operatori del territorio;
  • il progetto di monitoraggio delle specie protette “Vedette del mare”, con il coinvolgimento dei pescatori locali;
  • la realizzazione dell’Osservatorio Foca Monacanel Castello di Punta Troia a Marettimo, adibito a centro visite e a luogo per lo studio e il soggiorno dei ricercatori impegnati nel monitoraggio della specie;
  • l’allestimento di un Centro di primo soccorso per le Tartarughe Marinea Favignana, gestito in collaborazione con WWF Italia e Legambiente ed un Centro di Recupero per Tartarughe Marine di prossima apertura presso l’ex stabilimento Florio;
  • il “miglio blu di Marettimo”, una corsia protetta, lunga 1852 metri, per il nuoto libero e lo swimtrekking;
  • la promozione del turismo responsabile e degli sport ecosostenibili, quali vela, windsurfing, kayak, swimtrekking, cicloturismo, trekking, climbing, triathlon.

Le immersioni

Isola di Marettimo paradiso dei sub

San Simone I
Un immersione per subacquei che amano le emozioni forti. L’immersione si svolge tra canyon, grotte e ambienti che non lasciano spazio alla noia. Massima delicatezza nella pinneggiata per non danneggiare le fitte gorgonie che rendono unico questo posto che sicuramente porteremo nei nostri ricordi. E’ facile imbattersi in banchi di barracuda ormai diventati proprietari della zona senza parlare delle cernie nascoste nelle spaccature più disparate. All’interno della grotta passante sono facili gli incontri con musdelle e aragoste ma è qui che il nostro computer ci indica la max profondità suggerendoci di salire. Un immersione da non prendere sotto gamba ma che ripaga di qualunque sforzo.

San Simone II
La Spaccatura iniziale a 24mt indica che siamo ai blocchi di partenza della nostra escursione subacquea. Con parete sulla sinistra illuminiamo ogni singolo angolo di questa cigliata ricca di fitte gorgonie abitata da aragoste e numerosi nudibranchi. E’ un esplosione di colori e di vita che ci porta in uno stato di ipnosi. Di tanto in tanto è bello allontanarsi dalla parte cercando di coglierne il più possibile . Raggiunta l’ansa dedichiamo il nostro tempo all’esplorazione di una grotta piuttosto larga e dalla volta costellata di madrepora e spugne incrostanti. Alle nostre spalle scogli lontani nascondono timide cernie.
Per tutto cio’ che offre potremmo restare in questa zona a lungo ma abbiamo già superato il tempo massimo consentito e cosi’ ripercorriamo lo stesso tragitto al contrario ma questa volta più alti. Questo ci consente di smaltire qualche minuto di decompressione.
Ancora uno sguardo ai massi che giacciono sul pianoro di posidonia e rocce e poi riconquisteremo la catena che ci permetterà di rubare dall’alto la vista di dentici a caccia, sfuggiti fino a qualche minuto prima, alla nostra attenzione. Tendenzialmente priva di corrente

San Simone III
La possiamo chiamare sicuramente l’immersione archeologica per eccellenza di Marettimo. La presenza di un anfora di periodo Romano del VIII sec dc, di un ancora litica ad un foro e delle sue moderne ancore di tonnara fanno si che il subacqueo si immerga in quello che poteva essere Marettimo nei secoli scorsi. La presenza di un grande canyon formato da un grande masso ricoperto di madrepora e spugne incrostanti permette l’incontro di numerosi nudi branchi dall’inizio della stagione alla fine.
Nella parte terminale del percorso si ammirano dei piccoli passaggi dove è possibile trovare le grosse magnose che si mimetizzano nei piccoli massi e le grosse cernie che si nascondono nelle piccole grotte adiacenti ai passaggi.

Relitto Klizia
Un immersione a metà strada nel tratto di mare tra il paese e Punta Bassana. Alla profondità di circa 20 metri poggiano i resti di una grossa nave da carico affondata intorno agli anni 60. Il relitto si presenta capovolto parzialmente insabbiato ed è circondato da posidonia e sabbia. Il relitto permette un’esplorazione al suo interno: numerose le tane di murene, gronghi e una solitaria cernia. Esemplari di pinna nobilis localizzati lungo il perimetro dello scafo richiamano l’attenzione degli appassionati di fotosub. Tendenzialmente priva di corrente.

Parete di Punta Bassana
Una delle più suggestive immersioni di questa zona. Una volta in acqua l’appuntamento è a 10 metri di profondità, da qui inizia la prima fase dell’immersione che non sarà altro che un trasferimento a questa quota tra cernie, saraghi e donzelle che sfuggono al nostro passaggio.
Ci sembrerà di volare sospesi tra i 20/25 metri di acqua che ci separano dal fondo. Raggiunto il nostro punto X ci lasceremo cadere verso la massima profondità di 36 metri.
Siamo sulla punta estrema. A questo punto, sfoderando la nostra amata torcia, puntiamo sulla parete di gorgonie alla nostra sinistra scoprendo paguri nascosti e Galathea. Occorre porre attenzione a fessure e fenditure per continuare a trovare vita marina. Risaliamo quasi ad arrampicarci fino ai 15 metri dove ad aspettarci troviamo un banco di saraghi che danzano freneticamente da un lato e dall’altro di questa montagna sommersa. Questo punto esatto rappresenta inoltre un belvedere per godere di barracuda e dentici che spesso si tuffano a fauci spalancate dentro i banchi di piccole prede. Prendendo la via del ritorno ci imbattiamo in un piccolo canyon che ci accompagna dritti all’ingresso di una grotta spaziosa le cui pareti ospitano magnoselle e cicale di mare. L’ampiezza della grotta non presenta nessun pericolo anche per chi non ama gli ambienti chiusi. Volendo potremmo riemergere ma vogliamo godere dell’ultimo passaggio che si nasconde dietro l’angolo una volta usciti dalla grotta. Siamo a 6 metri di profondità ma questo spettacolo offerto dalle pareti intonacate di arancione nella fase finale della nostra immersione ci rende orgogliosi e ricchi di emozioni per il nostro tuffo.

Scoglio Cavo
Facilmente raggiungibile dalla parete di Punta Bassana lo scoglio cavo è uno scoglio di medie dimensioni adagiato su un fondale sabbioso e si innalza fino a 20 metri dalla superficie. L’avvicinamento è più o meno breve a seconda del punto di ancoraggio della nostra barca. Lo cirgumnavighiamo alla massima profondità.
A 36 metri, centrato a metà dello scoglio, troviamo l’ingresso di una grotta. In un primo momento vale la pena soffermarsi qualche minuto approfittando dei dentici che vigilano davanti l’ingresso. In seconda battuta, prestando la massima attenzione a non alzare sospensione, entriamo a visitare questa invitante camera concrezionata in ogni suo centimetro. La curiosità ci porta ad illuminare ogni angolo, in alto, a destra e a sinistra e se siamo fortunati ad aspettarci in fondo a un cunicolo ci sarà il vero padrone di questo posto: un grosso astice. Uscendo dalla grotta continuiamo il nostro viaggio con parete a destra. Sopra la nostra testa rami di gorgonie rosse ricoprono l’intero scoglio fino al suo cappello. Se la corrente lo permette terminiamo l’immersione curiosando tra i massi incastonati nel canale che separa lo scoglio cavo dalla parete perché è qui che si nascondono scorfani e aragoste ma non solo lucide cipree e timide musdelle. L’immersione permette anche un itinerario più alto per chi volesse far non andare il proprio computer in deco.

Scoglio di mezzo
Lo scoglio giace su un fondale sabbioso. E’ raggiungibile con un avvicinamento subacqueo dalla parete di terra alla profondità di 10/12 metri oppure con un ancoraggio preciso che costerà fatica al Comandante ma ci farà sicuramente risparmiare energie. Raggiunto l’obiettivo la prima cosa da fare è valutare la corrente. Da qui decideremo il nostro itinerario. Lo scoglio di mezzo punta verso il mare aperto e le sue dimensioni ci permettono di visitarlo più volte senza il rischio di cadere nella noia. Spaccature rocciose e anfratti ospitano aragoste, murene e gronghi. Particolarmente affascinante è sorvolare lo scoglio dall’alto.
Dando un occhiata nel blu non sarà così remota la possibilità di vedere passare dentici e ricciole. Ricoperto da un manto di gorgonie lo scoglio di mezzo si presenta incorniciato da decine di saraghi fasciati e saraghi pizzuti. Con parete sul fianco circumnavighiamo l’”isolotto” sommerso spingendoci finchè ci è possibile, alla sua massima profondità dei 38 metri. Dopo qualche minuto a questa quota cominciamo la nostra risalita verso i piani alti raggiungendo un pò alla volta la sommità. In questo tratto di reef che non ha nulla da invidiare alla parte più profonda dello scoglio dedicheremo la fase finale dell’immersione con un andata e un ritorno in mezzo alla frenetica vita del Mar Mediterraneo.

Scoglio Esterno
Uno scoglio magico che dista circa 200 metri dalla costa. La delicata operazione di ancoraggio ci permetterà di avere la catena in fase di discesa e risalita. La presenza di corrente condiziona sempre questa immersione. L’acqua perennemente cristallina ti toglie il fiato ma è grazie alla forte corrente che davanti ai nostri occhi si aprono suggestivi scenari naturali. Uno stupendo paradiso mediterraneo con banchi di Anthias vicino alle pareti, gorgonie bianche, gorgonie gialle, spugne gialle, Axinella, spirografi, cipree, saraghi fasciati e grossi esemplari di dentici. L’itinerario è differente in base all’esperienza del gruppo di subacquei tenendo conto che non sono necessarie lunghe pinneggiate per ammirare le bellezze infinite di questo sorprendente sito di immersione. Alcuni tratti rimangono decisamente più esposti alla corrente ed è proprio qui che bisogna prestare la massima attenzione.
Il fascino del luogo a volte porta i sub a dimenticare il computer al polso! Non vi preoccupate, sarà nostro dovere ricordarvelo.

Cala Martina I
Il Merendero è ancorato su un pianoro di posidonia e roccia tra i 15 e i 17 metri. Così inizia questo punto di immersione che è costituito da una bellissima parete piena di gorgonie e di piccoli anfratti dove si intanano piccole aragoste.
La caduta degrada piano piano dai 15 fino ai 20 mt per poi avere una netta caduta fino ai 30mt proseguendo con parete sulla sinstra ammiriamo il suo fondale sabioso con la presenza di piccoli massi ricoperte di spugne di colore arancio a forma di candelabro, le Axinelle.
L’immersione si gestisce con molta facilità e qui possiamo spaziare da una profondità che varia dai 30mt fino ai 41mt decidendo il profilo che si vuole seguire senza però strafare mai.
Inoltre sui rami di gorgonia bianca molto spesso abbiamo la fortuna di incontrare le bellissime stelle gorgone (astrospartus).

Cala Martina II
Gemella della Cala Martina 1 questa immersione si differenzia grazie alla presenza di un bellissimo arco posizionato alla profondità di 19 mt che finendo sui 25 mt si affaccia su un pianoro i sabbia pieno di grandi massi ricoperti di spugne incrostanti, madrepore di tutti i colori, Axinelle, rami di gorgonia rossa, gialla e bianca e rami di Leptogorgia Sarmentosa.
Nel periodo di metà Settembre e tutto Ottobre abbiamo avuto la fortuna di fare incontri di un certo tipo, incontri che ti lasciano senza fiato, incontri che durante l’inverno ritornano in mente, Aquile di mare che ci sorvolano la testa e curiose ti vengono incontro ma senza farsi troppo avvicinare, giusto il tempo di un breve ricordo fotografico, proprio per far invidia a tutti gli amici a casa.
Su tutto il pianoro risalendo abbiamo la possibilità di ammirare le grosse cernie brune infrattarsi nelle piccole grotte e le cernie dorate lunga la caduta dell’orlo.
Per gli amici fotografi nei grandi massi che si trovano su una batimetrica di circa 15/17mt possiamo ammirare le piccole Flabelline che ci tengono sempre compagnia.

Cattedrale
La vera Regina dell’isola. Dal pianoro di rocce e Posidonia intorno ai 16 metri ci affacciamo scorgendo un anonimo fondale sabbioso. Chi direbbe che nascosto a 29 metri di profondità vi è l’ingresso di questa maestosa grotta lunga circa 90 metri e larga 8? Come da briefing sulla barca ci raduniamo davanti il suo ingresso, le ultime registrazioni, l’ok finale prima di entrare e da questo momento in poi lasciamo che sia la grotta a trasmetterci sentimenti inaspettati che ci conducono in uno spazio senza tempo.
Stalattiti e stalagmiti caratterizzano la seconda metà del percorso, l’acqua cristallina ci da la sensazione di essere sospesi come se volassimo. E’ un tripudio di emozioni. Guardando il computer ci accorgiamo che la grotta è degradante chiudendo a 14 metri di profondità. E’ in questo punto esatto che la Cattedrale mostrerà con fierezza una sorpresa naturale sulla quale puntare la torcia mantenendo una distanza di 6/7 metri. Prendiamo la via del ritorno esplorando il tratto trascurato all’andata. Ma non è il pesce che cattura la nostra attenzione in questa immersione piuttosto quell’atmosfera surreale creata grazie ai raggi del sole che filtrano attraverso l’acqua fino all’entrata della grotta. Riconquistiamo l’uscita nonostante il cuore e i ricordi siano rimasti alle nostre spalle.

Grotta con il camino
Un immersione per subacquei che amano le emozioni forti. L’immersione si svolge tra canyon, grotte e ambienti che non lasciano spazio alla noia. Massima delicatezza nella pinneggiata per non danneggiare le fitte gorgonie che rendono unico questo posto che sicuramente porteremo nei nostri ricordi. E’ facile imbattersi in banchi di barracuda ormai diventati proprietari della zona senza parlare delle cernie nascoste nelle spaccature più disparate. All’interno della grotta passante sono facili gli incontri con musdelle e aragoste ma è qui che il nostro computer ci indica la max profondità suggerendoci di salire. Un immersione da non prendere sotto gamba ma che ripaga di qualunque sforzo.

Grotta con le due camere
Un’ immersione che spesso viene scelta come seconda immersione della giornata. Divertente per il suo itinerario, si presta in particolar modo agli amanti di grotte e passaggi. Ancorati in una piccola baia detta Cala Sarde guadagniamo con un breve avvicinamento l’ingresso di una grotta non particolarmente grande ma che nasconde al suo interno due camere d’aria che permettono ai sub di togliere l’erogatore e di spendere un commento sulla bellezza delle sale. Il resto dell’esplorazione della grotta lo trascorriamo tra passaggi e risalite venendo a contatto con un ambiente ricco di cerianti e popolato di corvine, magnose e gamberetti . Una volta fuori dalla grotta si prosegue tra dotti e salpe verso il mare aperto e si scende fino a imboccare un passaggio nascosto tra enormi massi ricoperti di posidonia, che punta dritto verso il basso. Lasciandoci inghiottire dal mini black hole ci ritroviamo sorpresi in un tunnel con fondale sabbioso. In rigorosa fila indiana percorriamo il tunnel per una decina di metri ritrovandoci su un pianoro sabbioso dove spesso ad osservarci con occhi curiosi ci sono pastinache nascoste. Corrente assente

Secca del cretazzo
Un secca di medie dimensioni che permette un escursione anche in gruppi di una certa consistenza. Il cappello della secca è a soli 5 metri mentre il fondale va dai 10 metri ai 20 metri. L’ambiente colorato che ci circonda da l’idea di un immersione tipicamente tropicale. L’impressione è quella di ritrovarsi in un labirinto sotto il mare, fatto di pareti rocciose, rientranze, sabbia e passaggi. I pesci che vivono sulla parte sommitale della secca sono i serranidi e i labridi. Spicca una coppia di pesci pappagallo che fugge al nostro passaggio. Se fatto con ordine il percorso ci conduce all’apertura di una grotta bassa; sul fondale sabbioso spiccano come sentinelle diversi esemplari di Pinna Nobilis, una volta usciti si torna a costeggiare la parete terminando la nostra immersione sulle rocce colonizzate dalla Cystophera sp. con rami ruvidi e compatti.

Cretazzo esterno
Grandi massi, gorgonie rosse e astrospartus. Ecco cosa ci aspetta al Cretazzo Esterno. Immersione impegnativa con ancoraggio fatto sui 30 mt e profilo su una batimetrica di 40/45 mt. Dalla piccola caduta che dai 29 mt ci porta sui 35 mt possiamo trovare un fondale inizialmente costituito da roccia e posidonia che posi cambia grazia al sua zona costituita da grandi massi e sabbia. Si segue la piccola parete sulla destra ammirando le grosse gorgonie, gli astro spartus e le grosse cernie che si intanano nelle piccole grotte.
Nelle zone più distaccate dalla parete molto spezzo si ha la fortuna di trovare qualche torpedine che si mimetizza nella sabbia durante il periodo di cova delle uova nel perido di Settembre quando l’acqua è un pò più calda. Le Axinelle presenti durante tutta l’immersione colorano il luogo anche senza l’uso di illuminazione artificiale. Questa immersione preferiamo sempre effettuarla con persone che abbiano almeno il brevetto Tec 40 o equivalente in maniera tale da goderci a fondo il punto di immersione.

Grotta Perciata
Siamo nella zona compresa tra Punta Mugnone e Punta Libeccio, nella cosiddetta zona A. Non ci è permesso ancorare, questo fa si che nostra barca si avvicini con estrema cautela alla parete a picco sul mare. L’immersione si svolge praticamente in grotta mantenendo una profondità costante per tutta la durata del nostro tuffo. All’andata l’abitudine è di esplorare la parte più bassa incrociando con le nostre torce aragoste abilmente nascoste sotto i massi. Scorfani di grosse dimensioni si mimetizzano perfettamente con l’ambiente che li circonda. Man mano che procediamo cominciamo a perdere la luce dell’ingresso ma non vi è alcun rischio di perdere l’orientamento. Continuiamo fino a raggiungere il fondo della grotta ricca di spaccature e anfratti dove curiosare. L’altezza della grotta permette di alzarci di qualche metro scoprendo un laminatoio popolato da milioni di minuscoli gamberetti. E’ un esplosione di colori. Restiamo catturati da questo incredibile regalo della natura ma il segnale con la torcia della nostra guida ci indica che è giunta l’ora di prendere la via del ritorno. Procediamo visitando la parte alta per non perdere gronghi, cicale e murene che risiedono in questa zona della grotta. Lo spettacolo che si presenta in uscita grazie ai raggi di luce che filtrano ci lascia senza fiato. Un uscita meritevole dei migliori scatti di qualunque fotografo subacqueo.

Cala Bianca
Si tratta di un immersione affascinante per l’ambiente e per il numeroso pesce che vedremo ma nello stesso tempo impegnativa per via della corrente e della profondità. Seguendo la cigliata godremo di fitte gorgonie e curiosi abitanti di questa zona mentre sul lato opposto giacciono enormi sassi particolarmente interessanti per cio’ che offrono ai fotografi più attenti. A metà percorso la parete assume una rientranza leggermente degradante. Anche il subacqueo più disattento non puo’ certo fare a meno di essere colpito dalla bellezza dei rami di Gerardia Savaglia che maestosamente diventano protagonisti in questo tratto. Perpendicolari alla parete meritano di essere osservati per tutto il tempo consentito dal nostro computer. Soddisfatti del bottino riprendiamo la nostra escursione ed è risalendo verso l’esteso pianoro che la totale fierezza di un banco di barracuda ci cattura emozionandoci fino all’inverosimile. Di certo avremo diversi minuti di deco da smaltire ma nulla è a confronto dei 35/40 minuti trascorsi qua sotto.

Barracuda Point
Non c’è bisogno di descrivere questo punto di immersione che garantisce nel suo nome la caratteristica sua caratteristica principale.
L’ancoraggio viene effettuato su un fondale roccioso tra i 7 e i 12 mt, dove già ad inizio immersione si ha la possibilità di visionare un gran numero di pesci Pappagallo.
Qui inizia il percorso verso la parte più profonda dell’immersione che si aggira intorno ai 27 mt dove li troviamo una grande spaccatura piena di “Corvine”. Il paesaggio dell’immersione è caratterizzato da un fondale roccioso con grandi massi che si innalzano davanti la piccola e graduale caduta che dal pianoro di 9 mt ci forniscono una immersione multi livello tra i 15 e i 27 mt.
Molto spesso già a pochi minuti dall’inizio del tuffo sono presenti i grossi banchi di barracuda che ci accompagnano per tutta l’immersione insieme a grosse cernie, dotti e cernie dorate.
Qui il pesce non manca!!!

L'arco
Immersione semplice con una possibile deviante fattibile sulla base della scelta presa a bordo durante il briefing. Il percorso è distribuito tra una parete e enormi massi che regalano famiglie di corvine ai passanti curiosi. Un’ immersione che culmina con un arco naturale in prossimità della costa completamente ricoperto di madrepora. Uno scenario che lascia increduli per quello che la natura riesce spontaneamente a regalare all’uomo. La possibile variante prevede la perlustrazione di una grotta passante, dapprima larga al suo ingresso ma poi stretta nella fase centrale. L’uscita è particolarmente affascinante per via del laminatoio basso che ci conduce su di un pianoro alla profondità di 8/9 metri. Corrente assente

Grotta del tuono
Solitamente la si sceglie come immersione ripetitiva per via della vicinanza al paese e per la sua semplicità. Siamo in prossimità del castello precisamente di fronte alla grotta del tuono che presenta in esterno un ingresso visitabile alle barche di medie dimensioni. Sott’acqua il percorso è distribuito tra cadute, terrazzamenti e sassi che rendono il nostro giro subacqueo vario e divertente nello stesso tempo. L’immersione presenta l’opzione xs o meglio la possibilità per chi non patisce gli ambienti stretti di infilarsi in un primo passaggio da fare con estrema calma escludendo contorsioni circensi. Un secondo buco papabile in questa zona ci conduce in una bolla d’aria. A favore della sicurezza spesso viene volutamente dimenticato dalle guide.

Scoglio del cammello
Considerata bella di giorno e altrettanto in notturna. Semplice e alla portata di tutti i subacquei, lo scoglio del cammello inizia sul cappello intorno a -6 mt. Da qui si raggiunge la massima profondità -18 mt da dove inizia il nostro percorso.
Uno scoglio lungo e stretto ci sorprende con spirografi, falso corallo, spugne e margherite di mare. Mentre osserviamo tutto questo, timide murene e qualche aragostina si affacciano per darci il benvenuto.
La particolarità di questa immersione è che un inaspettato tunnel, lungo una decina di metri, ci permetterà di attraversare lo scoglio da una parte all’altra regalandoci un fantastico gioco di luci.
Terminiamo l’immersione con una risalita a spirale intorno a un pinnacolo distaccato dallo scoglio principale.

Secca del Cammello
Non distante dallo Scoglio del Cammello, troviamo questa secca interessante. Scendendo lungo la catena scorgiamo nuvole di boghe e castagnole che fanno capolino sul cappello intorno ai 20 metri. Dedichiamo la prima parte dell’immersione a un passaggio che ci regala incontri con scorfani dalle dimensioni minacciose ma è nell’imbocco del passaggio nascosto che scopriamo il fascino di questa secca. L’uscita ci conduce alla massima profondità dei 36 metri mentre nel blu, i dentici di fronte ai nostri occhi, cacciano con la massima rapidità. Il resto dell’immersione lo trascorriamo risalendo lentamente a quote inferiori per smaltire i pochi minuti di deco eventualmente presi dirigendoci verso la parte opposta dalla quale siamo scesi. E’ in questo tragitto che notiamo con piacere che questo è il regno di gronghi e murene ma non solo anche timide cernie e signorili dentici.
Un immersione che offre itinerari diversi e tendenzialmente priva di corrente.

Scoglio Spandillo
Secca posiziona davanti la famosa Cala Conca a Sud di Marettimo.
L’immersione è su una batimetrica quadra tra i 25 e massimo i 30 metri. La secca presenta una serie di massi circondati da un fondale sabbioso con qualche ciuffo di posidonia. I grandi massi sono ricoperti di madrepora e spugne incrostati. Il masso più esposto a Libeccio è totalmente ricoperto di gorgonie rosse che grazie alla presenza di corrente sono sempre aperte con dei rami di grosse dimensioni per il luogo dove si trova il sito. A metà scoglio c’è un piccolo passaggio con doppia entrata che permette un bellissimo gioco di luci ed è l’habitat perfetto di una grossa cernia bruna stanziale. Su un fondale di circa 27 mt abbiamo la presenza di una bellissima ancora di tonnara posizionata con le sue marre verso SUD. La risalita come a discesa di questo punto vengono effettuati nel blu smeraldo delle acque di Marettimo.

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