Isole Eolie

7 isole dalla bellezza disarmante

Iscritte nel 2000 tra i siti Patrimonio dall’Umanità dall’Unesco

le isole Eolie sono un vero e proprio angolo di paradiso

Isole Eolie viaggi per subacquei immersioni e crociere nell'arcipelago: L’Arcipelago delle Eolie, di origine vulcanica, si trova a largo delle coste settentrionali della Sicilia, in provincia di Messina. Composto da 7 isole dalla bellezza disarmante prendono il loro nome dal Eolo, Dio dei venti. Vulcano, Stromboli, Lipari, Panarea, Alicudi, Filicudi e Salina e 5 isolotti, Basiluzzo, Dattilo, Lisca Nera, Bottaro e Lisca Bianca. Tutte insieme formano una grande Y di cui Vulcano è l'estremità più bassa ed Alicudi e Stromboli le due punte rispettivamente più a ovest e più a est.
Iscritte nel 2000 tra i siti Patrimonio dall’Umanità dall’Unesco, le isole Eolie sono un vero e proprio angolo di paradiso che vantano spiagge mozzafiato lambite dalle acque cristalline del Mar Tirreno. Fanno parte di un arco vulcanico sottomarino e sono bagnate da un mare ideale per il nuoto, le immersioni, il trekking e per gli amanti della buona cucina.
Definite da molti “le perle del mediterraneo" hanno indubbiamente uno straordinario fascino. Panarea è l’isola più piccola ma anche la più mondana mentre l’isola di Vulcano è famosa per le sue acque termali e i bagni di fango oltre che dal pungente odore sulfureo. Imperdibile tra le spiagge di vulcano quella di Sabbie Nere e, per chi ama camminare, la scalata del cratere per fare i fanghi e ammirare l’arcipelago. Lipari, la più estesa delle sette, è detta la montagna bianca perchè costituita dalla pomice. Salina è famosa per essere stata il set del Film "Il Postino" e per le coltivazioni di capperi e per la produzione del vino Malvasia. Menzione particolare merita nostro avviso Stromboli, senza dubbio l’isola più selvaggia e al tempo stesso suggestiva essendo un vulcano perennemente attivo che al calar del sole mostra in tutta la sua magnificenza la fiamma del cratere, uno spettacolo unico al mondo. Infine le isole di Alicudi e Filicudi, straordinariamente belle e incontaminate.
Impossibile non volerle visitarle tutte grazie anche alla poca distanza che separa le une dalle altre… il modo migliore è senza dubbio una crociera in barca a bordo del Veliero Sigismondo, un’icona delle Isole Eolie che col suo charme ha affascinato negli anni attori, registi e stilisti di fama mondiale che l’hanno scelto più volte come set per film e sfilate d’alta moda.

Le immersioni

Secca di Capistello

La Secca di Capistello è una grossa formazione rocciosa che inizia sotto la superficie del mare a 25 metri di profondità ed arriva fino ai 50 metri. E’ una zona archeologica visitabile solo con diving autorizzati. La particolarità di questo sito di immersione è data dalla presenza di un relitto di nave romana risalente al 300aC. Durante lo scivolamento verso il fondo la nave ha depositato il suo carico di anfore che è possibile ammirare. Oltre al materiale archeologico costituito da anfore a qualche ancora è possibile incontrare branchi di barracuda , grosse cernie in tana e praterie di posidonia avvolte da branchi di castagnole colorate.

Le Formiche

Luogo estremamente vario, dove si può svolgere una entusiasmante escursione solo con maschera e sorkel o programmare una normale immersione. Sott'acqua ci si renderà subito conto che le formiche sono solo la parte affiorante di una secca di vasta estensione con delle pareti colorate, grandi scogli, un'infinità di grotte, passaggi e tunnel. Il fondale limitrofo è ricoperto da una prateria di posidonia che custodisce molte ricchezze: spugne, nudibrachi, pinna comune, castagnole, tane di cernie e polipi, inoltre è possibile anche ammirare splendide aragoste.

Punta Castagna

Immersione in uno scenario surreale che suscita emozioni uniche: un pianoro alla quota di circa 10mt completamente ricoperto da polvere bianca proveniente dalle cave di pomice, frutto di una antichissima eruzione vulcanica. Il fondale è tutto imbiancato ed evoca una vecchia soffitta polverosa o un luogo di montagna innevato. Da lì partono verso il largo profondi canaloni molto inclinati, che spaccano perpendicolarmente e profondamente una cigliata. Percorrendone uno si passa da uno scenario candido ad una coloratissima parete verticale verso il blu più profondo, senza mai riuscire a vedere la fine della parete. I cigli di questi meravigliosi canaloni sono sormontati da splendidi rami di gorgonie rosse, non mancano gli incontri con pesci stanziali come le cernie e con pesci di passo.

Secca del Bagno

La secca del bagno è senz'altro una delle più belle immersioni che offre l'arcipelago Eoliano, non di facile individuazione. E' un'immersione impegnativa. E' formata da tre faraglioni sommersi dei quali il più interessante ha il cappello a 22mt di profondità. Le pareti sono coloratissime e popolate da colonie di gorgonie rosse, i massi che si trovano alla base offrono tane a grosse cernie. Durante le tappe di decompressione è possibile incontrare delle grosse ricciole di passo.

Pietra Menalda

Uno degli splendidi faraglioni che si trovano nel versante meridionale dell'isola di Lipari offre ai subacquei un punto di immersione particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico. Il percorso ideale da seguire è il giro del faraglione su una batimetria che varia dai 18 ai 40mt. Il fondale è caratterizzato dalla presenza di grossi massi che offrono tane ideali a polpi, murene, cernie, mustele. Nella parte esterna si possono incontrare dei dotti che fluttuano n

Parete dei Gabbiani

Suggestivo e singolare è l'ambiente sommerso di questa zona dell'isola di Lipari, pareti di roccia lavica si estendono sul fondo creando meravigliosi contrasti col bianco della pomice. Nella parete colonizzata da grandi gorgonie rosse e gialle si aprono anfratti che ospitano grosse aragoste, non è raro incontrare pesci pappagallo e grosse cernie. E' possibile inoltre vedere varie specie di nudibranco e cerianthus.

Secca delle Formiche

La secca visibile anche dalla superficie grazie alla grande trasparenza delle acque cristalline dell'isola di Lipari è formata da due scogli che si innalzano da 30mt fino a 10mt dalla superficie. E' un'immersione particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico e faunistico. Nelle pareti si possono vedere murene, gronghi, aragoste, gamberi, scorfani, nudibranco, cernie, polpi e pesci pappagallo. Non è particolarmente impegnativa per cui risulta piacevole e rilassante.

Scoglio dei Monaci

Immersione mozzafiato e assolutamente straordinaria per le caratteristiche morfologiche del luogo. Si scende perpendicolarmente alla linea di costa seguendo un canalone, ci affacciamo subito su una parete a strapiombo, seguendola su una batimetria di 35mt ammirando gli splendidi rami di gorgonie rosse. La parete si presenta frastagliata e ricca di tane di aragoste, mustele e cernie.

La franata dell'arcipelago

L'itinerario proposto interessa la zona del canale tra Vulcano e Lipari. Partendo da Lipari o da uno degli approdi di Vulcano, ci si dirige verso le pendici di Vulcanello prospicienti il canale. Il punto di inizio immersione è facilmente individuabile: due alberghi costruiti sulla costa, a poche decine di metri di distanza l' uno dall' altro. Si inizia la discesa nel tratto di costa che divide i due fabbricati; il fondale scende molto gradualmente per diverse decine di metri, formando un ampio pianoro tra i tre e i dieci metri, coperto da un' alternanza di piccoli scogli e ampie praterie di posidonia. Spostandosi allora verso Lipari, si segue una direzione perpendicolare alla costa, fino ad individuare l'inizio di una discesa piuttosto ripida. I primi metri, tra i dieci e i venti, sono caratterizzati dalla presenza di una franata di piccoli sassi. Superato questo tratto, fino ad attestarsi tra i trentacinque e i quarantacinque metri di profondità, le dimensioni dei massi che compongono la franata aumentano decisamente rendendo il fondale molto più spettacolare.

Capo Testa Grossa

Osservando Capo Testa Grossa dal mare, noteremo che si tratta di una propaggine massiccia che termina con una parete piuttosto allungata che scende nel mare con un andamento nord-sud. Da quì si scende in acqua nella cala a nord del capo, in prossimità delle rocce. All' interno della cala, infatti, la roccia cade a picco formando una parete verticale molto concrezionata dove si trovano bellissime colonie di spugne. Continuando a pinneggiare, si giunge fino alla punta vera e propria. Ci si troverà in un ambiente davvero suggestivo: la parete scende in acqua verticalmente ma è molto articolata. Le rocce sono frastagliate in picchi, canali e rientranze. Questa imponente morfologia continua per diversi metri, fino a profondità piuttosto elevate, superiori ai cinquanta metri.

Scoglio del Quaglietto

Questa è una delle immersioni più belle che offre l'isola di Vulcano, dal percorso vario lungo la parete dello scoglio e all'interno di una grotta, nella quale è presente una statua della Madonna oltre una gran quantità di gamberi. Questo punto di immersione è molto amato dai fotografi che possono apprezzare scorci meravigliosi per scatti unici sia all’interno che all’esterno della grotta. Non mancano tane di grosse cernie e pesci stanziali.

Capo Grosso

Immersione lungo una bellissima parete perfettamente verticale, che dalla superficie si ferma su un fondo sabbioso alla quota di 50mt. La parete è molto colorata e nei suoi anfratti è possibile osservare astroides e nudibranchi. Sul fondo si trovano tane di cernie e polipi e sugli scogli appoggiati al fondale è facile osservare grossi scorfani.

La parete della Sirenetta

L'immersione si svolge lungo la bellissima parete verticale, che dal ciglio posto sui 16mt scende fino al fondo a 47mt e sul pianoro delimitato dal un lato dal ciglio, dall'altro dalla falesia lavica dell'isola, in prossimità dello scoglio della Sirenetta. Al confine tra la falesia e il pianoro sono presenti alcuni soffioni di zolfo: fuoriuscite gassose che colorano la sabbia circostante di giallo con sfumature rosse.

Capo Grillo

Questa immersione si svolge lungo il versante di una imponente dorsale vulcanica che raggiunge profondità impegnative. Questo luogo è particolarmente interessante per gli amanti della fotografia subacquea offrendo infiniti e meravigliosi spunti per la realizzazione di macro coloratissime. L'immersione ha inizio sotto costa con la dorsale sulla destra. E'possibile subito incontrare piccole cernie e polpi in tana. Alla profondità di 18mt è presente una piccola grotta che consente l'ingresso ai subacquei, la volta di questa piccola cavità è piena di piccoli gamberi rossi che brulicano attaccati alla parete. Proseguendo lungo la dorsale si incontra un'altra spaccatura alla profondità di 41mt, l'ingresso sembra avvolto da una nuvola di anthias, l'interno è abitato da qualche mustela e numerosissimi gamberetti.

Secca del Capo

L'immersione della Secca del Capo, considerando l'ubicazione del punto, poco oltre le tre miglia dal Capo Faro, si può effettuare con condizioni meteomarine pressoché perfette perché malgrado la cuspide di questa lama di roccia indichi la profondità minima dalla superficie di soli otto metri, in realtà tutta l'immersione si svolge a fondo tra i 35 ed i 40 metri, quindi molto impegnativa. L'ambiente sottomarino è molto suggestivo in quanto su alcuni versanti si può osservare dall'alto la forte inclinazione delle pareti che sprofondano nel blu, mentre dal basso godere il panorama dell'imponente dente di roccia che si distende verso la superficie. La base della secca presenta vari aspetti morfologici e di habitat che ruotano in funzione dell'esposizione. Tra le fenditure e gli antri o le cavità formate dalla sovrapposizione di massi; cernie, gronghi, murene e mustelle la fanno davvero da padroni. Le rocce sono arricchite da ricci melone, poi spugne oltre che incrostanti anche del genere Axinella cannabina dalla particolare forma a candelabro.

Punta Tre Pietre

Questa immersione ha nella polivalenza il suo maggior pregio: può essere effettuata tanto da principianti quanto da sub esperti. Viene così definita perchè alla base della parete si trovano in rapida successione tre crinali a schiena d'asino. I versanti di questa piccola catena rocciosa sono tappezzati soprattutto da colonie di Claveline, disposte a grappolo, e qualche spirografo. Naturalmente non manca tutto ciò che colonizza sistematicamente i fondali eoliani e cioè briozoi, spugne incrostanti ed a bassa profondità macchie dall'arancio brillante degli Astroides.
Non mancano nemmeno ripetute spaccature ed anfratti lungo il profilo superiore della dorsale, è sempre bene dare un'occhiata, ovviamente supportati da una luce artificiale, in quanto ogni anfratto è una potenziale tana per murene, gronghi, corvine. Obbiettivo di questa immersione resta comunque la piramide rocciosa posta al termine della dorsale. Essa da un fondale di poco inferiore ai 40 metri si eleva fino ad una quota di circa 20 mt. Le pareti esterne che sono maggiormente esposte alla carezza delle correnti, esaltano la presenza di gorgonie gialle, e qualche spirografo; il lato interno rivolto a terra decisamente più ombroso è completamente tappezzato da celenterati mentre poco lontano sulla sabbia si scorge ad una quota di una trentina di metri un bellissimo esemplare di Cerianthus

Relitto di Lisca Bianca

Quello del Llanishen è tra gli innumerevoli relitti che si trovano sparsi tra i fondali dell'arcipelago eoliano, ma in realtà è anche l'unico visitabile a quote che l'immersione sportiva accetta. Altri infatti ve ne sono ma tutti a quote decisamente più impegnative, se non in certe situazioni addirittura proibitive. Naturalmente i relitti a cui facciamo riferimento sono tutti moderni, perché anche se si è a conoscenza di quanti ne sono stati individuati di antichissime epoche, quelli fanno parte dell'antica storia delle Eolie, per cui tutelati dalle leggi che vietano le immersioni nelle zone identificate come di alto interesse archeologico. Il relitto si trova in linea di navigazione, ma solo per la parte poppiera in quanto la prua è adagiata sul lato di babordo, ed è disposta lungo il pendio del fondale. Lo stato in cui versa è conservato in maniera pessima. Subito dietro la prua, la parte di scafo che segue è praticamente ridotto ad un ammasso di rottami. I ponti in legno sono praticamente inesistenti, solo le infrastrutture in ferro ,malgrado contorte ed aggrovigliate, sono rimaste in posizione. La poppa infatti è la parte più integra ed affascinante del relitto. Sotto la ruota di poppa sono rimaste in posizione la massiccia lamiera del timone e la grande elica, di cui alcune pale sono nascoste dalla sabbia.

Scoglio di Spinazzola

Il faraglione di Spinazzola si trova in prossimità del lato ovest dello scoglio di Basiluzzo. L'immersione può avere inizio dal pianoro sommerso che si trova tra il faraglione e lo scoglio di Basiluzzo appena citato.
Il fondale in questo punto ha un andamento pianeggiante ed à composto prevalentemente da grandi massi. Quello che rappresenta il maggior punto di interesse à ubicato sulla parete occidentale, la più profonda dove la caduta vertiginosa arriva a congiungersi con il fondale sabbioso posto a 45 metri dalla superficie. Indubbiamente la prima parte del percorso à altamente suggestiva in quanto si subisce il fascino di questo monolite chiaro come il marmo che corre verticalmente alle maggiori profondità. La roccia anche oltre i trenta metri non à molto colonizzata, soprattutto i fianchi maggiormente esposti alla luce del giorno, mentre gli anfratti posti in situazioni meno luminose passano gradualmente dall'arancione di alcuni celenterati sessili fino al giallo di altri attraverso varie tonalità intermedie. Per quanto concerne la presenza ittica, tra i fondali del faraglione ed ancor più tra i grandi massi tondi ed accatastati non à inconsueto incrociare il muso di qualche murena che respira a bocca aperta, come ancora tra le fenditure ed i cunicoli creati dalla franata non à escluso sorprendere sornioni scorfani rossi, immobili sciarrani che si lasciano cullare dalle alghe o ancora cernie di piccola taglia.

Le Formiche

Le Formiche, così battezzate per le loro dimensioni minime se confrontate con gli altri scogli che compongono l'arcipelago di Panarea, fanno parte di un bassofondo molto esteso di cui esse ne rappresentano le cuspidi emergenti poste ad oriente dell'intera struttura sottomarina. La parte terrestre degli scogli si eleva solo per poco sul livello del mare, tanto poco da divenire una vera trappola se si transita con mare appena formato. L'immersione tecnicamente non è impegnativa, se effettuata ovviamente in condizioni di mare ottimali, e consente di dilungarsi notevolmente a circumnavigare l'intera serie di creste affioranti, anche se probabilmente il suo aspetto scenografico migliore lo esprime e lo esalta propria nella parte sommersa in prossimità del sommo. La trasparenza dell'acqua, il colore chiaro quasi abbacinante della roccia che contrasta con alcuni punti ricoperti da alga e spugne incrostanti con tonalità che spaziano dal rosso al giallo, passando ovviamente per una scala di colori che include l'arancio ,regalano acque color smeraldo, illuminate in ogni angolo a causa della bassa profondità. Ha molto di una graziosa piscina destinata ad accogliere fotosub sempre a caccia di paesaggi e scenografie esclusive; e comunque si presta molto anche per chi alle primissime armi abbia voglia di ampliare la propria dimestichezza con le apparecchiature subacquee, attorniato da un contesto ambientale davvero incantevole ed amico.

Secca di Scirocco

Questo appuntito monolito, che si solleva dalle profondità fino ad avere il sommo a soli venti metri dalla superficie marina, si trova tra l'isola di Stromboli e lo Scoglio di Strombolicchio. Le pareti scendono perpendicolarmente per l'intero sviluppo dalla forma ellittica del torrione roccioso, anche se per essere più precisi possiamo dire che quelle del versante orientale sono le più verticali. A causa poi della corrente più o meno intensa che generalmente investe questo punto di immersione giungendo da settentrione, i fianchi del monolito sono completamente ricoperti di gorgonie rosse, le quali rappresentano già una prima peculiarità che fa molto apprezzare questo luogo.
Lo scenario che la secca offre di se a trecentosessanta gradi è notevole. Tale da capire perché questa da molti è considerata tra le più belle immersioni, non solo del basso Tirreno. La trasparenza dell'acqua è assoluta e questo consente di gustarsi l'ambiente marino che la cinge. Un esercito di castagnole rosse pare voglia proteggere il mondo che si sviluppa lungo i versanti, tanto sono ricchi e preziosi, allargandosi solo per cedere il passo ai sub e richiudersi immediatamente alle loro spalle. Per quanto concerne la fauna ittica, questo è il classico luogo dove con un po' di fortuna ci si può imbattere nella visita di belle ricciole, tonni o altre specie di pesce pelagico di grossa pezzatura. Sul fondo è invece certo l'incontro con le cernie, le quali comunque si fanno vedere ma non di certo avvicinare, ed altri inquilini nascosti nella penombra delle tane come gronghi e mustelle.

Strombolicchio

A Strombolicchio ogni versante costituisce indifferentemente un punto di immersione. Di sicuro come punto di partenza il più frequente è quello di rimpetto all'isola di Stromboli, in quanto il profilo sommerso dello scoglio in questo tratto esalta un breve bassofondo dove gettare l'ancora. Come già detto di immersioni se ne possono sviluppare molte lungo i suoi fianchi, sui quali, a varie quote si alternano i bottoni arancio degli Astroides già a pochi metri dalla superficie, sostituiti poi a quote maggiori da bellissimi rami ricchi di vita di gorgonie rosse fuoco, ma non mancano nemmeno i rami color oro di Gerardia savaglia; come pure non è difficile incrociare oltre a cernie, e comunque grosso pesce di tana, anche le antenne delle aragoste tese sempre ad analizzare quanto accade fuori dai rispettivi rifugi. La trasparenza dell'acqua raggiunge il livello massimo di quello che si può pretendere, e dal fondo non è difficile intravedere la grande sagoma di Strombolicchio che si arrampica fine a trapassare il confine con l'atmosfera.

Archeosub di Capo Graziano

L'affascinante percorso archeologico subacqueo si svolge a poche centinaia di metri dalla punta di Capo Graziano in prossimità di Filicudi Porto. Il punto di immersione viene identificato come la Secca di Capo Graziano, sito di grande importanza per l'archeologia subacquea mondiale a causa dei numerosi naufragi che si sono susseguiti in epoche antiche e moderne. La secca di Capo Graziano è un monolito roccioso che si erge dalle profondità e termina con una serie di denti acuminati a soli tre metri dalla superficie. L'immersione ha inizio dal cappello della secca ed il percorso si sviluppa seguendo una cima guida che conduce fino alla profondità massima consentita di trenta metri. Già lungo il percorso è possibile osservare ciò che rimane di vecchi naufragi con cocci di anfore sparsi e ancore. Giunti alla profondità di trenta metri sul fondale sottostante e sabbioso si osserva poi ciò che rimane del carico di anfore appartenete al relitto A- Roghi , per poi iniziare la risalita ed osservare altre vestigia e manufatti del passato di assoluto interesse. Da sottolineare che per chi interessato ad approfondire gli eventi che si sono succeduti in epoca antica, a Filicudi è operativa una sede distaccata del Museo Archeologico Eoliano di Lipari, dove tra le teche e le sale interne sono presenti altri numerosi ritrovamenti subacquei avvenuti sempre lungo la Secca di Capo Graziano. Oltre che per l'interesse storico/culturale la Secca di Capo Graziano merita essere visitata anche per un alto valore naturalistico. Essendo infatti da decenni vietata l'immersione e la pesca l'habitat sottomarino è ricco e rigoglioso, trasformato dai vigenti divieti in una sorta di zona sottoposta alla più stretta tutela e sorveglianza. E' una esperienza da non perdere! Attualmente l'immersione è ammessa solo se guidata ed organizzata tramite diving autorizzato, ed i sub che vogliono parteciparvi devono aver conseguito una certificazione che li abiliti a scendere fino a trenta metri di profondità.

Secca dei Sei metri

Il cappello misura non più di un paio di metri quadrati di superficie, ed i suoi fianchi sono talmente verticali da far apparire la sommità del torrione come una piccola macchia color smeraldo in una infinita distesa turchese. Una volta iniziata l'immersione è affascinante lasciarsi cadere librando lungo la parete, che verticale come un filo di piombo, si interrompe solo raggiungendo la base della secca. E' una sensazione piacevole, pare veramente di volare. Il fondale che circonda la Secca dei Sei metri è ricco di numerosi massi, area ideale per scovare murene e aragoste, occorre prestare però interesse agli scogli isolati che si trovano poco lontano la secca, i quali a livello di ambiente marino offrono molto più che le rocce del monolito. Su questi scogli, in verità più vasti che alti infatti si trovano belle colonie di gorgonie rosse, qualche spirografo e di certo i ricci melone. Pure spugne del genere Axinella fanno notare col giallo brillante la loro presenza. La risalita poi può essere totalmente destinata ad esplorare le numerose fenditure che adornano la corteccia esterna della secca, dove è consuetudine trovarvi murene, anche più di una nella stessa tana, di sicuro qualche cernia in via di sviluppo o grossi scorfani. Naturalmente oltre a tutto quello che si può scovare, la Secca dei Sei è anche l'habitat ideale di Galathee o Stenopus. Non è da escludere anche l'incontro con qualche luccicante ciprea. Come di consueto per la posizione e la morfologia della secca, questa rappresenta un forte polo di attrazione per i grandi pesci di passo, che spesso si tuffano a fauci spalancate dentro i branchi di piccole prede che danzano frenetiche a ridosso delle pareti.

Grotta dei Gamberi

Località in prossimità di Capo Graziano. Punto di immersione rappresentato da una piccola ma graziosa ansa che si trova lungo costa, distante poche decine di metri dall'indicazione riportata ben visibile sulla parete che informa dell'inizio dell'area vietata. Inizialmente il percorso subacqueo deve puntare verso il mare aperto lasciandosi alle spalle la costa ed un bassofondo costituito inizialmente da sassi e posidonia, e successivamente solo posidonia. Raggiunta la quota di una quindicina di metri, il pianoro lascia il posto alla cigliata che si apre sulla parete, scendendo verticalmente per una ventina di metri verso il fondo sabbioso. Essa è molto ricca di vita e sovente lungo il cammino si incontrano spezzoni di lenza abbandonati su cui si sono instaurate ricche colonie di claveline, che rendono i fili di nylon simili a festoni natalizi. Appena la parete piega secca sulla destra occorre seguirla perché essa conduce direttamente alla meta dell'immersione: ovvero la Grotta dei Gamberi. La quota a cui si trova l'ingresso è compresa tra i 33 ed i 39 metri, l'antro è simile ad una "V" rovesciata, ed il cunicolo penetra all'interno della costa per alcune decine di metri con un percorso tortuoso, buio e molto impegnativo. Per apprezzare la bellezza della Grotta dei Gamberi non occorre addentrarsi molto, anzi ad essere sinceri è sufficiente giungere fin dove l'illuminazione diventa penombra in quanto questo è il tratto maggiormente ricco di vita. La quantità di gamberi che vi vive è davvero straordinaria.

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